Il film ci fa entrare nella difficile psicologia del giovane Frits van Egters che si sente un fallito ed è ossessionato dall’invecchiamento e dallo scorrere del tempo. Egli vive nel periodo grigio del dopoguerra: il ricordo della guerra è schiacciante ma viene rimosso collettivamente. Il regista, che descrive i nove giorni prima dell’ultimo dell’anno, tratteggia con umorismo macabro la vita interiore nascosta di Frits che ha dei tratti angosciosi per la profonda solitudine e l’inclinazione al sadismo.
Ci vuole una buona padronanza della lingua per capire bene il film per via della velocità di elocuzione. C2.
Ci sono dei riferimenti pseudo casuali alla guerra: il negozio di ebrei chiuso, i prigionieri giapponesi nella colonia delle Indie. Il film dipinge il periodo del primo dopoguerra in cui l’importante sembrava dimenticare prima possibile gli orrori.